Le dieci euristiche di Jakob Nielsen sull'usabilità, raccontate con esempi che usiamo ogni giorno

Quando Jakob Nielsen pubblicò le sue dieci euristiche di usabilità, Internet era ancora giovane: i modem fischiavano, i siti erano statici e l’idea di “user-centred design” pareva avanguardia. Eppure quelle dieci regole, nate negli anni Novanta, spiegano ancora oggi perché apriamo Gmail senza leggere il manuale o perché abbandoniamo in fretta un’app macchinosa. Ripercorriamole con esempi reali che incontriamo tutti i giorni.
1. Visibilità dello stato del sistema
Una sera ordini la cena su Deliveroo: appena tocchi “Conferma” compare la live-map del rider che si avvicina. Non è un orpello grafico, è la certezza che l’ordine sia in viaggio. Il sistema ti parla in tempo reale, riducendo l’ansia del “che sta succedendo?”. Ogni volta che mostri una barra di caricamento, un toast “Salvato!” o un badge di notifica che lampeggia, stai applicando questa euristica.
Principio
L’interfaccia deve tenere l’utente costantemente informato su ciò che sta succedendo, tramite feedback chiari entro tempi ragionevoli.
Esempi
Barra di avanzamento durante l’upload di un file.
Notifica di “Messaggio inviato” in un’app di chat.
Best practice
Mostra indicatori di caricamento (> 1 s) e animazioni progress bar (> 3 s).
Comunica il risultato di un’azione (es. salvataggio) con micro-copy leggibile.
Errori da evitare
Operazioni lunghe senza feedback → l’utente pensa che l’app sia bloccata.
Indicatori ambigui (“Loading…”) senza indicazione del tempo restante.
2. Corrispondenza tra sistema e mondo reale
Pensa a quando, su Airbnb, scegli la data di check-in da un calendario a griglia: è lo stesso gesto di un’agenda cartacea. Le icone dei cestini per eliminare file o del carrello in Amazon sono simboli universali che riecheggiano oggetti fisici. Più il linguaggio e le metafore ricordano la vita reale, meno energia l’utente spreca per capire come muoversi.
Principio
Usa parole, frasi, icone e metafore familiari, seguendo logiche del mondo reale.
Esempi
- L’icona del cestino per “eliminare”.
- E-commerce che mostra i prodotti in “carrello”.
Best practice
- Ricorri a termini del dominio (es. “paziente”, “ricetta” in un’app medicale).
- Rispetta convenzioni culturali (es. valuta, formato data).
Errori da evitare
- Linguaggio interno al team (“ticket”, “issue”) mostrato agli utenti finali.
- Metafore obsolete (dischetto floppy) se il target giovane non le riconosce.
3. Controllo e libertà dell’utente
Quante volte hai mandato una mail e subito cliccato “Annulla invio” nei cinque secondi di grazia che Gmail concede? Quello è il potere di tornare indietro. Chiunque sbagli strada sul navigatore di Google Maps vede subito un ricalcolo: il sistema non punisce, rimedia. Libertà significa anche poter saltare un video su YouTube o disattivare i sottotitoli con un solo tap.
Principio
Gli utenti devono poter annullare, ripetere o interrompere facilmente un’azione.
Esempi
- Pulsante Annulla durante un checkout.
- Scorciatoia ⌘+Z / Ctrl+Z per tornare indietro in un editor.
Best practice
- Offri “Undo” non distruttivo per azioni critiche (cancellazioni, invii).
- Inserisci conferma solo quando il gesto è irreversibile (es. “Elimina account”).
Errori da evitare
- Flussi lineari senza back: costringono a ricominciare da zero.
- Disattivare il tasto browser “Indietro” con script.
4. Coerenza e standard
Instagram usa l’icona del cuore per i “Mi piace” in ogni schermata, dal feed ai Reels. Se improvvisamente cambiasse in una stella in alcune sezioni, l’utente impiegherebbe tempo a riconnettere concetti identici ma forme diverse. Coerenza vuol dire colori, label e pattern costanti: quando Netflix sposta il cursore dei profili sul TV, il suono “pop” che senti è sempre lo stesso feedback di selezione.
Principio
Gli utenti non devono chiedersi se parole, azioni o situazioni significano la stessa cosa in contesti diversi.
Esempi
- Stesso colore per i pulsanti d’azione primaria in tutto il sito.
- Icona a forma di lente sempre per “Cerca”.
Best practice
- Definisci un design system e attieniti a componenti e naming.
- Adotta pattern di piattaforma (Material, Human Interface, Fluent).
Errori da evitare
- Cambiare la posizione del menu in pagine diverse.
- Usare più vocaboli per la stessa funzione (es. “Registrati” e “Crea account”).
5. Prevenzione degli errori
Prima di pagare su PayPal, il pulsante “Paga ora” resta disattivato finché non confermi i dettagli di spedizione. È un modo semplice per evitare transazioni sbagliate. Nei form moderni compare subito un messaggio se la password è troppo corta o manca un simbolo speciale: meglio bloccare l’errore alla radice che far rileggere un log di sistema.
Principio
Meglio prevenire un problema che mostrare un messaggio di errore dopo.
Esempi
- Disabilitare il pulsante “Invia” finché i campi obbligatori non sono completi.
- Autocompletamento input per indirizzi email.
Best practice
- Convalida in tempo reale (client-side) con messaggi contestuali.
- Usa formati input specifici (date picker, selettore codice paese).
Errori da evitare
- Errori generici (“Qualcosa è andato storto”).
- Processi che consentono dati incoerenti (es. password troppo deboli).
6. Riconoscimento più che memorizzazione
Spotify ti mostra le playlist ascoltate di recente non appena apri l’app: non devi ricordare il titolo dell’album jazz cercato ieri. Allo stesso modo, quando Amazon ti ripropone gli articoli “Visti di recente” sta sollevando la tua memoria di lavoro. È per questo che i comandi frequenti nei software professionali, come “Salva” o “Undo”, sono in evidenza nella toolbar.
Principio
Riduci il carico cognitivo mostrando opzioni, istruzioni e dati necessari.
Esempi
- Menu di scelta rapida che mostra azioni disponibili.
- Cronologia ricerche recente nella barra di ricerca.
Best practice
- Evidenzia link già visitati.
- Mantieni filtri selezionati quando l’utente torna alla lista.
Errori da evitare
- Costringere a ricordare numeri d’ordine o codici lunghi.
- Nascondere funzioni essenziali in più livelli di menu.
7. Flessibilità ed efficienza d’uso
I power-user di Figma dominano scorciatoie da tastiera e comandi rapidi, mentre chi inizia si affida ai menu visuali. La stessa app serve due livelli d’esperienza senza costringere nessuno. Slack consente di navigare con ⌘ + K o, più lentamente, cliccando sui canali: efficienza per chi va di fretta, gradualità per chi impara.
Principio
L’interfaccia deve servire sia principianti, sia utenti esperti che desiderano accelerare.
Esempi
- Scorciatoie da tastiera in Gmail.
- Comandi “Power User” nascosti dietro uno slash ( / ) o palette.
Best practice
- Documenta le scorciatoie nel tooltip.
- Permetti la personalizzazione del layout (drag & drop, pin).
Errori da evitare
- Rendere obbligatoria la scorciatoia per funzioni critiche (blocco per neofiti).
- Non indicare mai l’esistenza di modi più rapidi.
8. Design estetico e minimalista
Apri Notion: tanto spazio bianco, tipografia essenziale, pochi colori di accento. Il design non è povero, è deliberatamente minimal per mettere in primo piano i contenuti. Al contrario, siti con troppi banner lampeggianti o venti call-to-action competono per la tua attenzione e tradiscono questa euristica.
Principio
Dialoghi e schermate non devono contenere informazioni irrilevanti.
Esempi
- Dashboard con KPI essenziali e grafici sintetici.
- Landing page con una sola CTA principale.
Best practice
- Rimuovi elementi “decorativi” se non supportano l’obiettivo.
- Usa gerarchia visiva (spaziatura, peso tipografico, colore).
Errori da evitare
- Pop-up e banner sovrapposti che distolgono dall’azione.
- Testi lunghi dove bastano bullet point.
9. Aiutare a riconoscere, diagnosticare e recuperare dagli errori
Quando digiti un indirizzo inesistente su Google Maps, l’app ti propone subito suggerimenti simili (“Forse cercavi…?”). Non ti blocca con un criptico “Errore 404”. In Shopify, se tenti di eliminare un prodotto in vendita, appare un warning dettagliato: spiega cosa accadrà e offre il link alla guida. Dare contesto e via d’uscita fa la differenza tra frustrazione e fiducia.
Principio
I messaggi d’errore devono usare un linguaggio semplice, indicare il problema e proporre una soluzione.
Esempi
- “La password deve contenere almeno 8 caratteri, di cui uno speciale.”
- Suggerimento “Hai cercato ‘reserch’? Forse intendevi ‘research’?”
Best practice
- Evita codici errore criptici (404, 500) senza spiegazione in chiaro.
- Evidenzia i campi problematici con colore + testo.
Errori da evitare
- Colpevolizzare l’utente (“Hai inserito un dato errato”).
- Offrire link di supporto che portano a pagine generiche non attinenti.
10. Guida e documentazione
Anche la UI più intuitiva incontra utilizzi avanzati: ecco perché Canva integra brevi video tutorial contestuali (“Vuoi animare un titolo? Guarda come”). Trello mostra una guida rapida alla prima apertura di board: pochi passaggi, poi un pulsante “Non mostrare più” per chi ha già imparato. La documentazione diventa così un salvagente, non un labirinto.
Principio
Anche se è meglio che il sistema sia intuitivo, è utile offrire aiuto facilmente accessibile.
Esempi
- Tooltip contestuali “?” su funzioni avanzate.
- Centro assistenza con ricerca interna.
Best practice
- Mantieni la documentazione aggiornata a ogni release.
- Fornisci esempi visivi e FAQ concrete.
Errori da evitare
- Manuali PDF lunghi e nascosti che l’utente non troverà mai.
- Guide marketing-centriche senza istruzioni operative chiare.
Mettere in pratica le euristiche: un approccio quotidiano
Le dieci regole non vivono su un poster in ufficio, ma nelle micro-decisioni: mostrare lo spinner di caricamento quando l’API è lenta, riordinare le voci di menu perché parlino la lingua dell’utente, rinominare “Chiudi” in “Annulla” per evitare ambiguità. Un buon metodo è dedicare a ogni sprint di sviluppo un breve “audit euristico”: designer, dev e product owner navigano il prototipo e si chiedono “Nielsen sarebbe orgoglioso di questa schermata?”.
Chi ha inserito anche solo metà dei principi in un prodotto reale vede risultati misurabili: tempo medio di task che crolla, tasso di drop-off che scende, recensioni che elogiano “semplicità” e “chiarezza”. In definitiva, le euristiche non sono teoria astratta: sono la ragione per cui, la sera, invece di litigare con la tecnologia, ci godiamo una serie su Netflix con un solo clic.